Bar Silio
Storie di giovani gomiti appoggiati ad un bancone di provincia

venerdì, marzo 31, 2006

APPELLO GENERALE

CHIUNQUE STIA LEGGENDO QUESTO COMMENTO E' SOLENNEMENTE INVITATO AD UN FESTONE GOMITALE NELLA MIA DIMORA URBINATE SABATO SERA...
CON NOI VERRA' ANCHE UN'AMPIA SELEZIONE DI ABITANTI DI SERRA DE' CONTI, CHE SARANNO CERTAMENTE ALL'ALTEZZA DELLA SITUAZIONE...
IN ATTESA DI UNA NOSTRA FESTA UFFICIALE VI ESORTIAMO A PARTECIPARE NUMEROSI ED ENTUSIASTI...
I MIEI CONGIUNTI MI HANNO DATO E MI DARANNO CONFERMA FISICAMENTE...
PER CHI NON RIESCE CHIEDETE PURE INFORMAZIONI VIA BLOG

lunedì, marzo 27, 2006

Curling che passione

Le olimpiadi invernali di Torino sono state una buona occasione per approfondire la conoscenza di questo stupendo sport. Vagando per la rete mi rendo conto che si tratta di un gioco antichissimo - per lo meno molto più antico di quanto mi apettassi - risale infatti al 1511 una prima incisione trovata in scozia, famosa oggi come la "Stirling Stone".
Curling, tutti lo vogliono, ma pochi lo praticano!
Il nostro barsilio, già noto per essere antica sede polivalente (calcetto, nascondino e non ultima la "scherzosa e dolorosa puntura alla chiappa" alla quale ero regolarmente sottoposto da bambino dagli adolescenti dell'epoca... lo so che "la scherzosa e dolorosa puntura alla chiappa" non è uno sport, ma io la vivevo così), dove eravamo... mmmm... dicevo... il mitico barsilio, già sede di importanti eventi sportivi, si offre oggi come una delle rarissime location in cui poter praticare Culrling in libertà.

Ok, le strutture non sono ancora perfettamente conformi al regolamento ufficiale, ma ce la stiamo mettendo tutta.

Ma è ora di scendere nei dettagli tecnici:
Il giocatore che effettua il lancio è munito di secchio professionale "vileda" con manico ad assetto variabile. Gli scopatori (ebbene sembra si chiamino proprio così) si prodigano con Mocio a manico di legno e setole morbide (meglio se logore).

Purtroppo, un po' per tradizione calcistica un po' per malattia mentale, anche le regole hanno subito sostanziali modifiche. Il calcio è stato sempre attività molto comune tra le mura del bar, pertanto nessuno veramente credeva che il curling non venisse contaminato pesantemente... il noto cerchio disegnato a terra è stato completamente rimpiazzato da una sedia che funge da "porta"... in sostanza bisogna fare gol... ho cercato di oppormi a tale imbarbarimento, ma sarebbe stato come tentare di convincere "The Grinch" Benedetto XVI a non mettere il cappello porpora: impresa vana!

Non resta molto altro da dire, eccovi allegati un paio di filmatini realizzati in uno dei soliti scoppiettanti sabato sera.

GamePlay (DivX 806kB)

ed un importante stralcio in cui si discute "del perchè del manico sul secchio" (DivX 744kB)

Su suggerimento dell'affezionato Vecchiogiovine aggiungo i sottotitoli per questo secondo filmato. E' importante che la maggior parte delle persone sia resa partecipe. Sono per ora disponibili in dialetto e italiano (cliccate col tasto destro del mouse e scegliete "salva oggetto con nome"). Saranno presto disponibili anche in inglese. Perchè riusciate a vederli è sufficiente che rinominiate il filmato curlB2.avi con lo stesso nome del sottotitolo che più vi interessa (ma attenzione a non modificare l'estensione "avi"), e che mettiate filmato e sottotitolo nella stessa cartella. Chi usa windows media player può trovare QUI le istruzioni per attivare i sottotitoli.

Alla prossima.

lunedì, marzo 20, 2006

Pillole di Eden pub

Una brillante serata da pub... e le profetiche parole che l'hanno resa tale... prestate orecchio:

PRIMO MISTERO
" (...) E' proprio una cosa come se fosse inorganiche... se le donne è bone o meno qui a Ripe se decide a seconda de quanta carne c'è in ballo... Quelle de l'antica colonia Romana ce le rtroi, è tozze, ammassi, Valentina invece pare ancora piccola"
Nick Arbelnaudic, filosofo Polacco
Da Il panificio distante (Edizioni Berenckij, 2005)
SECONDO MISTERO
INCIPIT: F si rifiuta di credere che una donna di malaffare di sua conoscienza possa essere in errore; D cerca di convincerlo garbatamente del contrario.
F. : Nooooo, te dico de noooooooo...
D. : Porco zio... tu devi aprì l'occhi... Oste!!! un apriocchi!!!
TERZO MISTERO (E MORALE FINALE)
"Se unu è stupidu, è meglio che non capisce piuttosto che capisce e rmane stupidu"
Antico detto Uzbeko

venerdì, marzo 17, 2006

Per quanto ancora giovani? (con morale finale)

I gomiti sono ancora virgulti, la cute un po' meno.
Da ormai due anni a questa parte è tradizione consolidata della nostra tribù la visita da ziu Maurì in quel del Brain Borù Pub.
Da appena due venerdì è una tradizione consolidata per lo sventurato narratore di questo episodio, fortificare la propria cute con delle fialette di cheratina... nulla di preoccupante, ho solo i capelli un po' sciupati, meglio prevenire spiacevoli sorprese.
Ero intento ad aprire una ostinata fialetta per cospargermela sui capelli appena lavati. Forzo la presa sul cappuccio della fialetta, tra l'indice ed il pollice e questa, più che aprirsi, si sbriciola. Pittoresca l'immagine delle schegge ben infilate nel pollicione, si sorreggevano tamponando l'emorragia. Poi tolti quei taglienti tappi il copioso sangue prende a scorrere da quell'insulso ma profondo taglio. Un cerotto e via.
Quest'episodio mi riporta alla mente di quando, per un concorso di cause di conscio e subconscio, riportai lo steso infortunio con un bicchiere di vetro. Non poteva che essere un venerdì, non poteva che accadere in un pub. Allora fu l'anulare a riportare i danni maggiori. Fu un raptus dettato dalla rabbia per una relazione degenerata in odio e rancore. Non appena mi resi conto di perdere parecchio sangue, scoppiai in una felice risata espiatoria, dolore sopra a dolore, si annulò tutto in quella perversa equazione, mentre il conteggio dei globuli rossi precipitava vertiginosamente. Credevo che tutto quel sangue potesse uscire dall'aorta femorale, non da un dito monco!
La morale di questa avvincente storia grossomodo è:
meglio lasciar invecchiare in santa pace un giovane gomito, lasciandogli bere ancor più beatamente la sua birra del venerdì!

Prosit

giovedì, marzo 09, 2006

Gomiti e pietre

Se sei cresciuto in un microscopico villaggio neotribale come Ripe San Ginesio impari a dare importanza a tutto ciò che ti circonda, che si tratti della corposa porosità di una pietra o della lenta e solenne vitalità di un albero… forse è qualcosa di inconscio, ma quando sei “chiuso” in una scatola con un numero limitatissimo di elementi con cui interagire, da costanti che erano, quei pochi oggetti diventano variabili da considerare alla stregua di amici o familiari… e lo svantaggio del loro numero limitato è ben risarcito dal vantaggio della loro familiarità… così, come accadrebbe in una piccola comunità umana, gli elementi che sono presenti assolvono anche le funzioni a cui avrebbero dovuto adempiere quelli che mancano…
Ricordo che eravamo piccoli… troppo piccoli per ricordare quanto piccoli… piccoli al punto di essere ancora capaci di cambiare… di mantenerci aperti… stavamo diventando qualcosa… ma non sapevamo ancora cosa… e con noi anche il paese cercava un suo ruolo nei nostri pensieri mutando di continuo in un’interminabile trasformazione che in fondo aveva come unico scopo se stessa… proprio così… e da un giorno all’altro il corrimano di fronte al bar si faceva ostacolo per i salti, rete da pallavolo, acciaio su cui arrampicarsi, su cui sedersi parlando di ragazze con gli amici o di qualcos’altro con le ragazze… e non si poteva calpestare nessun mattone senza rendersi conto che era anche qualcos’altro ed anzi, moltissimo altro rispetto ad una semplice pietra… da LI’ io facevo il mio “tiro a catinella” quando giocavamo in piazza… Jo aveva paura di QUEL buco nel muro, perché era pieno di “purchitti de sant’Antò” (insetti poco pvesentabili pev via dell’aspetto volgave), QUELLA vasca di notte si riempiva di girini che diventavano rane, ottime per la pesca… QUEL vecchio deposito di breccia era il quartier generale del club dei maschi… QUELLA panchina ospitava le migliaia di colte dissertazioni su donne (prima) e serate etiliche (più tardi… la sostituzione non lascia ben sperare)… e milioni di altre storie come queste… In fondo un paese come il nostro si può attraversare da cima a fondo in un centinaio di passi… ed è qui che viene il bello… perché vent’anni o più di tacco-punta sempre uguali ci hanno permesso di dare importanza a tutto ciò che ci circondava, senza dar nulla per scontato… ma qui viene anche il problema… perché col passare degli anni, si è persa la voglia di utilizzare e vedere ciò che ci circonda in modo sempre nuovo… e siamo rimasti lì… immobili in mezzo a quintali di memorie fin troppo ingombranti… senza creare nuovi percorsi che ci appartengano ed anzi appoggiandoci sui detriti del passato senza più tracce della vitalità che ci dava ossigeno. Poi, conoscendo nuove realtà, molti come noi hanno completamente abbandonato quello che erano per perdersi (letteralmente) nelle infinite possibilità globali, mentre altri, impauriti, si sono rifugiati nella microscopia del paese immobilizzandolo insieme con loro stessi per non rischiare di perderne il controllo.
Il nostro bar interattivo non è altro che il tentativo di sfuggire da questi due rischi trovando nuovi percorsi in cui trasportare le nostre pietre… e con esse le nostre storie… vogliamo poter conoscere nuove realtà con la fiducia di poterle far nostre… inventando ogni giorno il mondo che ci circonda con la stessa freschezza del passato… la stessa con cui in fondo saremo sempre capaci di farlo nel più importante dei nostri luoghi, che sia fisico o in rete: barsilio.blogspot.com
Per i gomiti: condividete este sensazioni?

domenica, marzo 05, 2006

Dottore chiami un dottore!

ritorno a casa di venerdì (ok, sabato mattina)

ma guarda che cagata de foto che ho fatto
clicca per ingrandire

guardate il racconto caldo e caotico...sebbene l'occhio in questione sia fatto di freddo silicio, ritengo sia riuscito a disegnare fedelmente quanto vedeva la mia mente. Forse ancora non mi ero ripreso dal cicchetto gentilmente offerto da "Ziu Maurì", ma quel ritorno in macchina con lu dottò ha generato strane sensazioni. Eravamo tutti (io, dottò, josy e liso) in religioso silenzio, con la musica che scandiva il battito, il respiro.
Guardo il segnale di STOP...da un lato impazzisce, da un lato serpeggia. Le luci si arrotolano. Il contachilometri è ormai sciolto.




venerdì, marzo 03, 2006

Perchè BarSilio.blogspot.com?

Perché Silio Silvetti è il padre putativo di tutti noi giovani gomiti.
Potremmo sbrigare così precipitosamente la questione? No, perché il fenomeno ha radici che affondano nella storia di Ripe San Ginesio stessa, no perché mi è spontaneo dilungarmi e perché mi sento in dovere di dare le dovute spiegazioni.
Quando il 20 febbraio 1981 ha inizio l’attività commerciale del Bar Silio i nostri gomiti più grandi avevano appena 2 anni, altri erano appena nati ed altri ancora erano in lista d’attesa. Non più di un piccolo anfratto, di una bottega; così appariva alla clientela il primo storico Bar Silio, racchiuso nell’intimità di un modesto monolocale, comprensivo di bancone, tv ed ovviamente il gaudente Silio. A pochi anni dalla sua apertura la scelta strategica di ampliare il locale anche nella stanza adiacente, in passato destinata a … boh, io ancora non c’ero, sono un gomito dell’83! Ed è in questo “Bar Silio 2” che fanno le loro prime comparse simultaneamente i nostri gggiovani gomiti. Magari non arrivavamo ad appoggiarli al bancone con quell’aria superba degli avventori abituali, ma iniziavamo a fare la spola tra la piazza con le partite di pallone e il coin - op nella sala carte. Che tempi ragazzi, 200 vecchie rimpiante lire erano la nostra libido, la “moneta gialla” delle interminabili partite con i mitici videogame anni 80 – 90. Il game over era per le schiappe, noi consumatori abituali di monete gialle avevamo appreso un po’ di quella superbia della clientela abituale, seppur frugoletti, nanerottoli che al bancone ci arrivavano in punta di piedi per sentirsi più integrati nel sistema e nelle bestemmie dei grandi nella briscola e tressette. Poi agli inizi degli anni 90 c’è il grande salto. Gli uffici comunicali mettono in fuga il nostro benamato Silio che col suo bar va ad occupare i locali del vecchio asilo, a sua volta spostatosi a discapito di qualche altra vecchia istituzione. Ripe era in rapida crescita, era la politica espansionistica dell’epoca da quando i Prontoguerra (famiglia nobile dalla chiara etimologia) sconfissero San Ginesio conquistando l’indipendenza. (da qui l’analogia toponomastica tra San Ginesio e Ripe San Ginesio, ergo merda e ciccolata) Giusto un po’ di storia….
Ormai i bambini sono cresciuti, sono diventati distruttivi e scalmanati adolescenti, hanno bisogno di più spazio. Ed il “Bar Silio 3” era ideale per accogliere questa fervente ed inarrestabile ascesa. Il lungo ingresso, un’ampia sala carte, megaschermo a 35 pollici nella sala tv adibita a curva da stadio, il cuore pulsante del Bar con bancone, tv ausiliaria, tavoli e sedute vari. I giovani gomiti sono tutti in doppia cifra con l’età e nonostante le molteplici possibilità stabiliscono la loro sede operativa nell’anticamera dei cessi, dove Silio sfoggia il calcio balilla ed il telefono pubblico. Questa inaccessibile nicchia (nessuno si sarebbe insediato appena dietro i ficcanti odori di urina) rende irrequieti i giovani gomiti. Da lì nascono le prime turbolenze, i primi epici incontri/scontri tra ragazzi e ragazze. E soprattutto con l’alcol, a render sensato l’elemento ponderante di questo blog, i gomiti. Crescendo ancora un po’ parcheggiavamo i motori appena fuori dal bar, a volte anche nelle immediate prossimità della sala carte, (memorabili alcune performance motociclistiche tra gli espositori delle patatine ed il frigo dei gelati) e su questi ce ne tornavano in precari equilibri funambolici ognuno a casetta sua. Mai che si sia saputo di una caduta per l’avvelenamento da bancone, solo miscugli salubri per i nostri (in)delicati palati e robusti fegati! Era la bell epoque del “carzolà”, un composto dai forti poteri esoterici a base di Caffè sport e Varnelli. Testato sugli esemplari più bellicosi di gomito, questo si è dimostrato un valido deterrente ai più noiosi e gelidi sabati sera d’inverno, quando fare gli splendidi e gli equilibristi sul motorino era proibitivo. Come nel miglior animo del buon rider, quando il carzolà rilasciava nei nostri aitanti corpi il suo esoterismo , ci si lasciava le regole alle spalle e si depredava il locale di turno… peccato che fossimo d’istanza in pianta stabile al Bar Silio e si depredava sempre in casa del nostro benefattore! Quanti Baci Perugina si sono improvvisati palline da calcio balilla…
Il buon Papà Silio sorrideva con la morte nel cuore nell’assistere al lenta ed incessante devastazione, ma ci lasciava fare con il suo buonissimo e florido viso a pessimo gioco. Mentre lo zio Sandro, fratello di Silio, dall’alto del suo fancazzismo da panettiere svogliato, rideva divertito e cavallino, complice delle goliardate.
Solo in eccezionali e gravi occasioni si ricorda il mite, mansueto Silio aver perso le staffe, diventando ancor più rosso, tendente al paonazzo, del suo naturale colorito. Beh, dalla vicina, caotica e industrializzata Passo Ripe San Ginesio giurano di aver sentito quelle urla disumane e acuminate che dal papà premuroso e pienotto non ti aspetteresti mai.
Ecco, salvo questi casi isolati la vita scorreva tranquilla, spensierata. Oltrepassata la china più turbolenta di devastazione i gomiti si fanno un po’ da parte, ma stabiliscono un legame ancor più intimo col bar, riunendosi esclusivamente nel cesso delle donne. Qui si concentrano storie, aneddoti, leggende di ognuno di noi che col passare del tempo vi sveleremo in una sorta di nostalgico amarcord.
Abbiamo dovuto trattenere le lacrime quando nel 2000 Silio si è dovuto far ancora da parte… ci hanno detto che da lì ce ne dovevamo andare per far largo al progresso. Ebbene nell’ultima serata di vita del Bar Silio 3 i gomiti hanno rinverdito gli antichi fasti, dando sfogo alla vena distruttrice, affondando insieme alla nave da buoni capitani. Tum, Tum, Tum e ancora calci a quel muretto nel bagno delle donne. Poi quando eravamo allo stremo delle forze è venuto giù grazie alla foga dei giovani irrequieti, ubriachi e commossi. Partecipammo in molti all’evento, tra gomiti consunti ed incalliti e non di ogni razza, religione ed estrazione sociale che almeno una volta avessero varcato le felici soglie di quel bar che se ne andava. Ricordo il boato di gioia che accompagnò il fragoroso sgretolarsi di mattoni, come se fossimo berlinesi dell’89… solo che quel crollo, invece di unire, ci ha diviso dalle nostre vecchie vite di sregolati gomiti… tu guarda i corsi e ricorsi storici come si devono sovvertire.
Ed inizia un’altra storia, quella del “Bar Silio 4”. Locali rinnovati, tirati a lucido. Un bel posticino, seppur carente di quel rude e intramontabile fascino di bettola altolocata con i muri ingialliti di sigarette, del viscidume dei cessi. Ora i cessi sono dei rispettabili servivi igenici e le pareti sono già tinteggiate di giallo per prevenire le sigarette. Ma poi è anche arrivata la legge contro il fumo ed allora il Bar Silio non ha nulla da invidiare al più blasonato, chich, metropolitano L’Approdo, nella caotica e industrializzata Passo Ripe San Ginesio. Abbiamo luminarie soffuse se vogliamo per estasiare gli occhi di un tepore a noi caro, è così quando i gomiti stanchi tornano al nido. Magari capita di andar fuori a cazzeggiare, l’epoca dei carlozà per via del freddo ce la siamo messa alle spalle. La lingua ne uccide più della spada. Il carzolà ne uccide più della lingua.
Ora siamo “adulti” e motorizzati, appoggiamo i gomiti in banconi più o meno accoglienti di altri paesi, siamo dei forestieri in cerca di un’anonima quiete. Ma di certo “l’approdo” (in senso lato, non lo sfarzoso bar a Passo Ripe che non disprezziamo ma che rappresenta per noi un focolare domestico) sicuro e stabile da 25 anni, dove iniziare e portare a termine le nostre incursioni ormai pacifiche su altri banconi, è il nostro rotondo, pacifico ed indulgente papà Silio, in corso di beatificazione.
Tante altre storie, avventure, racconti, ed emozioni si svolgeranno davanti alle gote piene e compiaciute, agli occhi sempre ammirati e premurosi del nostro buon Papà Silio, che è proprio il caso di dire, si è sempre fatto in quattro per i suoi figliocci!

Ti vogliamo bene papà!

Per gli amministratori: sono gradite modifiche al seguente post

P.S.
Sapreste dire chi è il personaggio oscurato in volto nella foto?

mercoledì, marzo 01, 2006

Un nuovo drink: il Putanova.


Mi sono accorto che quando si appoggiano i nostri gomiti sul bancone del bar, al momento opportuno, non si sa mai cosa bere, oppure, i barman non me ne vogliano, si beve sempre la stessa roba(ccia). Propongo a tutti voi di inventare un nuovo cocktail. Il nome lo abbiamo già, bisogna solamente trovare gli ingredienti, trovare il modo giusto di mescolarli insieme e di misurarne le dosi adeguate. Gli unici vincoli: deve essere altamente alcolico! ...chiaramente, e deve essere rosso sangue.

Il laboratorio a vostra disposizione è il Bar Silio, le spese di ricerca sono a vostro carico, chiamate Josy per l'assaggio.

Liso



salute

Free Image Hosting at www.ImageShack.us
gio