La scala dei valori di un uomo

Ed ecco che in questa magia si insinuò un chiassoso clacson, la macchina del postino che mi fronteggiava, il suo ghigno sotto ai folti baffi che m’irrideva. In una grande città il postino è una figura asettica, un androide smistatore di bollette e affini. Nel mio piccolo paese invece, dove è consueto aggirarsi con rastrello e ragù in mano, il postino ti saluta, ti confonde con chiacchiere bislacche mentre ti ha già caricato come un mulo da soma della sua inadempienza. “Fammi un favore, prenditi la posta CHE MI STA SCOMODO FAR MANOVRA SOTTO CASA TUA!”
Che il destino ha voluto fosse trasbordante, anche per un redivivo lavoratore come il me odierno. Due, dico ben due ed ingombranti pacchi postali respinti per indirizzo errato, scartoffie di varia natura e qualche bolletta che non sapevo sarebbe mai arrivata al mio domicilio, magari perchè dispersa dal vento. Infatti tutto era magicamente accatastato e non assicurato tra le mie braccia gravide e stracolme di pesi. L’intera struttura era sostenibile solo grazie ad un andatura lemme e goffa, visto che i pacchi avevano messo in tensione il filo delle cuffie ed ero peraltro costretto ad inarcarmi per non separami dalla musica, o più probabilmente per non causare un rinculo scompensante di equilibri con conseguente frastuono di carte, plastiche, carni e metalli. Dovevo quantomeno salvare il salvabile. Caddero le prime scartoffie, mi accertai con una torsione inumana e dolorosa del collo che non vi fossero insinuati dei futuri pagamenti insoluti e procedetti oltre. A ogni due passi il rastrello oscillava e mi puntellava lo stinco. Il postino ben ventilato e ridanciano nella sua macchina, si godeva la scena accompagnandomi con compassionevole idiozia come in un rispettoso corteo. Nevicarono lente altre carte. Sarei tornato a prenderle dopo, non potevo assumere nessun altra postura, chinarmi, correre per diminuire la sofferenza, niente. Diversamente l’ingordo asfalto avrebbe pranzato prima della mia bocca riarsa e ingiuriosa contro l’ingegno del postino che non voleva far manovra sotto casa mia. Si forava e procedeva sgonfio lo stinco picchettato ad intervalli regolari, ma ormai mancava poco, la fragranza del ragù si mescolava al familiare odor di fieno.
Non restava che attraversa la statale, notoriamente transitata a qualsiasi ora, ultimo scellerato atto di questa commedia. C’era in gioco la vita, il pranzo, la dignità di non arrendersi ad una trafficatissima carreggiata di distanza dalla meta. Sarebbe venuto quasi da chiudere gli occhi, per non vedere l’autotreno, ironicamente caricato a fieno, vanificare tutto, sventrarlo, trascinarlo qualche centinaio di metri più in là del mio uscio affacciato a quell’arteria stradale e commerciale. Quell’uscio che aveva l’imperdonabile colpa di essere poco accessibile in auto, bisognava esser manovrieri per consegnarvi la posta.
Ed io sono stato un eroe, perché tra stenti, torcicollo, artriti indotte e temporanee, ero riuscito a salvare capra, cavoli e a fugare quello stronzo di lupo solitario, che ululando divertito se n’era andato a consegnar la posta dove non c’è bisogno di alcuna peripezia automobilistica.
Stremato appoggiai in terra tutto, come se fossero tutti utensili da campagna deperibili e aggiustabili, senza alcuna specifica importanza. Solo liberandomi di quella sofferta oppressione mi resi conto che stavo tenendo saldamente nei palmi delle mani solo il lettore mp3 ed il pentolino col sugo. Tutto il resto, abbarbicato tra un medio e un anulare, un indice e un medio ed alloggi anatomici traballanti e poco ergonomici, si era ribellato alle più elementari leggi di gravità, decretando così il podio dei miei valori: musica, ancora musica (dare la priorità ad un lettore mp3 TASCABILE PER ALTRO vale un oro e un argento) e sacrosanto stomaco! E per me che non sono mai stato tra i più illustri esponenti della categoria, onorevole medaglia di legno per il lavoro, con il rastrello sorretto nella stretta fidata del pollice opponibile.
Ora che sto scrivendo l’erba è tornata già alta da farvi disperdere un innocente pargolo che vedendo un “prato” gli verrebbe da correrci spensieratamente, ignaro di dovervi schivare ortiche, bisce ed il mio laborioso rastrello… ed il postino già gongola…
2 Comments:
necessita di verificare:)
30/11/09 06:32
La ringrazio per Blog intiresny
30/11/09 06:32
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