Bar Silio
Storie di giovani gomiti appoggiati ad un bancone di provincia

mercoledì, febbraio 28, 2007

50... la paura corre adagio

148 (leggasi centoquarantotto sul verbale) euro di multa e 2 (leggasi due) punti decurtati dalla patente.
Inappellabili, fermato con la pistola laser e sentenziato sull'inflagranza come un hooligans cattivo (visto che noi italiani pallonari vorremmo apprendere dal modello inglese) solo che io non volevo fare l'eroe spavaldo. Tutto per dei miseri 22 chilometri orari di sovrappiù che uno manco sta lì a calcolarli mentre viaggia assorto. E' come se il dilemma di Achille e la tartaruga (il primo Fabilino che incontri sulla statale) si spiegasse con la paura del piè veloce di tamponare la testuggine. Più in concreto coi giorni nostri, è come se avessi riso in uno stadio vuoto, echeggiando rumoroso, a bocca larga, per una marchiana gaffe della difesa avversaria.
Ok, un gesto antisportivo... ma per caso merita questa punizione esemplare espletata con un raro esempio di burocrazia senza intoppi?!?
Eppure succede sempre quando lo stadio è pieno, tutti ridono innocuamente degli errori altrui, tutti sfrecciano ben al di sopra dei miei 22 chilometri orari d'eccesso mentre la pattuglia compila il mio dovuto verbale, che per di più elude tante altre sanzioni ben più meritate, tanti altri striscioni offensivi che corrono spostando l'aria lì sul quel maledetto margine di strada dove sono stato bloccato a termini di legge.
Firmo sul verbale per l'estrazione degli incisivi e dei canini, così la prossima volta che vorrò ridere avrò meno gusto ad esibire un motteggio che mi si riverserà contro, ci penserò bene prima di oltrepassare quella futuristica barriera dei 50km/h, quella degli arei caccia bombardieri, quella del pensionato medio che sa prendere la superstrada anche contromano, l'impulso neuronale nel formulare un insulto che sa di orgoglio, Fabilino che ascolta a tutto volume e a norma di legge stradale i Pantera e gli Slipknot... I've felt the hate rise up in me... Kneel down and clear the stone of leaves... I wander out where you can't see... Inside my shell, I wait and bleed...

"Il trasgessore ha qualcosa da dichiarare?"

"Ma vaffan... excuse me, FUCK OFF!"

Ed una Panda color mare placido, ma di quello calmo che non ha fretta di arrivare sulla battigia, attraversò con grazia, delicatezza e qualche decibel profano il desolante scenario...


P.S.
C'è da dire che se non fossi andato a trovare la cara Mal, forse mi sarei risparmiato la multa... ^_^ si scherza cara Mal, si scherza...
Se oggi al telegiornale vedrete lamentarsi Ruini è perchè ho bestemmiato molto più forte dell'autoradio di Fabilino

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giovedì, febbraio 22, 2007

Carnem Levare - Atto finale

Vi scrivo mentre in testa ho un orchestra di stronzi incapaci che stanno spaccando i loro strumenti con suoni striduli, è la più assurda emicrania che mi sia mai capitata... mai più così tanto alcolletilico!

E’ un epilogo triste quello che ha infranto il sogno di questo scempio d’uomo, l’ennesima storia raccapricciante e deplorevole che infanga il mondo sempre più screditato dello show business.

Voleva fare la ballerina. Dei loschi individui, vestiti quasi tutti da gatto, un po’ più burberi e spelacchiati, ed un irrintracciabile boss vestito da volpe, gli avevano garantito l’ingresso nella prestigiosa accademia danzante di Amici. Ma non è andata così. Elargito ogni bene (ovviamente anche di naturale carnale sennò non fa audience) che potesse corrompere la più fasulla giuria, l’aspirante ballerina si è vista respinta dalla commissione d’esame. Sulle cause dell’improvvisa esclusione si fa largo l’ipotesi della mancata plausibilità che un pachiderma così sgraziato possa avere su qualsiasi palco, anche il più malfamato come quello in questione. I maligni ed i soliti complottisti invece affermano che le scarpe indossate dalla ballerina non facevano pendant con il tutù rosa, o meglio proprio non c’entravano un cazzo. Le costumiste non avrebbero fatto pervenire in tempo le apposite scarpe con la punta numero 41, lasciando scalza la promettente ballerina, costretta a rimediare con dei drastici scarponi antinfortunistici, a suo dire fornitegli sotto ricco compenso di sponsorizzazione da una sconosciuta multinazionale uzbeca, che la rifornisce indubbiamente anche di uno scadente vino liofilizzato con il quale si è vistosamente appesantita, perdendo forma fisica, equilibrio mentale e soprattutto il posto nell’accademia.

Le foto lo/a vedono ritratta/o (sessualità a discrezione del lettore) negli ultimi istanti briosi della sua avventura ai provini per l'ingresso nella scuola. Sembra assurdo come tali doti, una tale avvenenza ed una sfacciata abbordabilità del genere (guardate che tale faccia da battona!) possano essere incosiderate di questi tempi...


un acronimo campeggiava tra le minacciose incursioni in balera di questa malfamata cricca...

Brutti
Ubriaconi
Reiterati
Pietosamente

Il che la dice lunga.


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lunedì, febbraio 12, 2007

“Carnem levare tris” - ANCORA rigurgiti dal filetto bovino che uccide

Sollecitati dal malcontento suscitato dal precedente post, mi pare opportuno giungere a delle delucidazioni per dimostrare che i Giovani Gomiti non sono degli zotici senza coscienza, ma solo dei divertiti minchioni che vogliono sdrammatizzare le complessità del mondo.
Ci è stato fatto notare che brandire a mo' di scherzo - scherno per i nativi Corridoniani, senza che questo fosse nelle nostr intenzioni - l'espressione "la tetra patria dell’orribile piazza Filippo Corridoni" potesse essere di cattivo gusto.
Eccomi qui quindi, pronto a fornirvi le mie motivazioni su questa scelta.

Forse i miei intenti letterari del precedente post non sono stati compresi, "l'orribile piazza" mi esula appunto da qualsiasi raffronto storico. Posso essere un ignorante totale in materia storica, un insensato neonazista, non riconoscere la caratura morale che certamente ha avuto Filippo Corridoni, ma la piazza che gli è stata dedicata, ed il relativo monumento, sono un insulto al buon gusto estetico. E' risaputo che nel fascismo il design non è che brillasse d'inventiva, tutto molto piatto come linee, solo righe dritte, tratti netti, duri, aspri, freddi. Esaminando lo sprezzante "tetra patria" mi riferisco alla poca vitalità che a mio giudizio anima Corridonia, e questo ovviamente non dipende dalle sue radici, dal suo passato, semplice decorso naturale di un paesello come tanti nell'entroterra dell'alto Maceratese.
Si parlava quindi di contestualizzare l'evento grottesco narrato nel post precedente in uno scenario anch'esso grottesco qual'è la piazza di Corridonia, strettamente sotto il profilo incontrovertibile delle sue rigide linee.
C'è l'eroe - ben venga la gente che si adopera per il bene comune, che strenuamente fino all'ultimo respiro si dona alla patria - che è stato commemorato come, forse, peggio non si poteva. Mi è risultata lampante questa desolazione semplicemente facendo due passi, magari ben allineati e regolari ma poveri di emozioni, per la piazza. Confrontando questa scarna esperienza con l'estasi provata nell abbracciare con lo sguardo altre piazze, come ad esempio quella davvero suggestiva della vicina Recanati, senza quindi trascendere alle grandi città d'arte, per me è stato inevitabile non farmi pervadere dal disgusto di piazza Corridoni.
E' più chiaro ora il raffronto stilistico-letterario?

Ed ora allentiamo lo stress e la tenzione di questo post di chiarimento.
Per quanto riguarda gli usi e costumi dei piccoli paesi senza storia e senza eroi come Ripe (si dovrebbe capire che sto facendo del sarcasmo) prometto che mi metterò d'impegno a studiare tutta la vita di Corridoni, anzi forse ne scriverò una sceneggiatura teatrale che io stesso interpreterò per rendergli giusto onore, poi alla fine ci scappa anche che me lo faccio tatuare su tutto il corpo, e la sua effige sulla mia pelle sarà sicuramente più espressiva e vivida di tutto quello sbiadito travertino rettangolare e del pesante piombo che avete parcheggiato lassù in piazza senza tanti complimenti alla ditta appaltatrice "dell'opera". Grandissima parte della Roma antica ospita monumenti, edifici ed opere in travertino che sono resistiti al tempo e che incantano tutt'ora, magari avresto dovuto apprendere qualche nozione edilizia...

Lungi da me l'offendere la memoria storica, ma prestate attenzione a far sfoggio di un insensato campanilismo da tetra piazza, appunto.

giovedì, febbraio 08, 2007

“Carnem levare bis” dal “Corriere Adriatico”

Tragedia a Corridonia, la tetra patria dell’orribile piazza Filippo Corridoni.

Giovane troglodita Ripano, dall’esofago da ingorda oca, tira le cuoia soffocato da un intero filetto di manzo. Il ridicolo e risibile tentativo di non masticare affatto la smodata porzione formato famiglia avanzata nel piatto della sua attonita, ma quasi quasi indifferente consorte, è costato caro allo stolto giovane, di cui per pudore non riveleremo l’identità. Si sa poi come va a finire, gli adolescenti finiscono per emulare questi falsi miti creando un’ingiustificata sequela di morti bianche. Non vogliamo però mancare alla sensibilizzazione dei lettori, riportandovi un’immagine di repertorio che ritrae la belva famelica in una delle sue abituali e sbalorditive performance mangerecce.
“E quello? Che fai ce lo lasci?” Le sue ultime parole avventandosi tra gli
avanzi di un piatto altrui. Si bullava del suo famigerato stomaco d’acciaio, rivolgendosi alla già sazia Mally. Peccato che nel suo stomaco quel filetto non si sarebbe mai adagiato, mai! Quando sulla scena del misfatto sono intervenuti gli uomini della scientifica, questi si sono ritrovati di fronte ad uno scenario a dir poco abominevole. La vittima giaceva al suolo, paonazza in volto nonché fieramente accigliata per quell’azzardo, sembrava volesse dire “ce la sto facendo, la sto invogliando cazzo! Sono una vera cloaca maxima!” (citando il famoso cortometraggio di un suo caro amico anch’esso dedito all’ingozzamento NdR). La vedova Mally consolava con un sorrisino inebetito la madre Oriella, nonché suocera disperata della vittima, l’unica ad allarmarsi almeno un po’ alla vista delle corna del bue che ancora cercava scampo dalle fauci non più di tanto ampie della vittima. Mally crede tutt’ora che si tratti di una gag preparata a puntino per farla sorridere dopo un periodo di flessione col suo amato, ormai cadavere in terra. Il suocero Dante, disperato, annegava la sua delusione in un mare così oceanico di bestemmie che risanerebbe l’attuale emergenza idrica. Infatti cadendo nei suoi ultimi rantoli di vita, la vittima ha portato in terra con sé dell’ottimo bianco dei colli Jesini, perdita tale da causare il feroce malcontento, sia dei perbenisti della cucina, scettici sull’abbinamento vino bianco con carne, sia di Dante, tanto affezionato a quel vinello brioso ora riverso anch’esso a terra. Gli uomini del RIS sembrano convalidare come causa del decesso la mancata educazione alimentare della vittima, ignara quanto avida nell’uso delle posate per razionare il cibo in parti umanamente deglutibili. Gli inquirenti però non è escludono del tutto la pista del suicidio del giovane, che preso dallo sconforto per la bruttezza del minimalista e rigido stile fascista di piazza Corridoni, avrebbe deciso per l'insano gesto mascherato da sottile gag, che purtroppo cara Mally, non ti ridonerà mai più il tuo uomo...
Ricordate, la prima digestione inizia nella bocca, masticate, non fate la fine di questo pirla!

Forse da lassù, il compianto Josafat se ne rammaricherà, forse, visto che non ci scommetterebbe nessuno…


Ecco, questo grossomodo è stato il mio ipotetico ultimo pensiero se le cose fossero andate per il peggio. Mi vedevo grottesco protagonista della cronaca locale, davvero. E’ spiacevole affidare l’ultimo pensiero ad un così banale scenario, cazzo allora non c’è qual famoso film della propria vita con i fotogrammi più significativi! Tutto per colpa di un pezzo di carne che ieri sera sembrava essermisi bloccato in gola. Qualche colpo di tosse, la terribile sensazione di soffocamento durata venti assurdi, lenti, impotenti secondi di spasmi e voglia di vivere. E poi, con enorme sollievo, un enorme grumo di ciccia magicamente deglutito mi ridona il normale respiro e la mia vita senza ste’ seghe mentali assurde da tunnel nero con l'uscita luminosa.
Continuerò a mangiare carne con piacere e sollazzo, e se proprio dovete correre verso la luce, fatelo in maniera dignitosa!

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martedì, febbraio 06, 2007

"carnem levare"

Quando io e la più pagana delle festività ci incontriamo, finisce sempre che sono cazzi reciproci.
Io costringo agli straordinari il fegato con le tradizionali dolci frittture del periodo, e con un propiziatorio boccione di vino da ingurgiatare rigorosamente in una manciata di sorsi prima di far incursione nelle balere del martedì grasso, ciò al fine di lanciarmi nel turbine lascivo delle festività senza inibizione alcuna.
La festività invece è ogni anno vessata dalla mia bislacca regalità d'imbecille dovuta al vino. Così i tanti avventori mascherati delle feste, tanto intenti a preservare un superfluo anonimato sotto i loro travestimenti, sono costretti ad inorridire per via delle mie invadenti ed ubriache performance, che spesso prevedevano una superba nudità parziale da ostentare con scherno ai malcapitati di turno. Questo perlomeno da quando ho iniziato ad attribuire questa frivola ed avventata valenza alla più scellerata delle feste, il Carnevale appunto.
Insieme ad altri validi militanti nell'ordine de I minchioni che altro non siamo, poi maturati e regolamentatisi sotto lo statuto de I Giovani Gomiti, iniziammo a fare le nostre scorribande, arlecchinate, o meglio ad esibire le nostre fiere vergogne nel 2003.
Per indiscusi meriti acquisiti sul campo, posso ritenermi il portabandiere della valorosa filosofia dell'abuso di idiozia. Vado ad elencarvi quelle che sono state di anno in anno le nostre mentite spoglia da idioti reali.

2003 - Figli dei fiori con tanto di preoccupanti disordini psico-fisici a seguito. Quando Woodstock entra in discoteca a dissentire con chitarre da distruggersi addosso l'un l'altro.
2004 - Cavalieri dell'igiene, mentori imbellettati del cattivo gusto per le belle cose. Peccato per il contributo fotografico andato perso, perchè un'opera stilistica del genere meritava di esser apprezzata in tutta la sua incompresa genialità
2005 - Playmate di playboy, con tutto il suo appeal da donnina in corso di testosterizzazione
2006 - Imen-e, il protettore burbero della vagina, trasposizione moderna dell'omonimo cartoon. Geniali i moonboot viola (di quattro taglie più piccoli rspetto al piedone del superoe), i cinturoni incrociati sul petto e la zazzera bionda sul fisico lampadato, in pieno stile da salvatore del mondo che non ha affatto gusto in tema di abbigliamento, ma che la sa lunga su... su... beh, di qualcosa è certamente esperto.
2007 - Tocca a voi quest'anno contribuire con le vostre idee -che saranno per certo illuminanti- riguardo quello che sarà il nostro 2007 in maschera.

Credo di avervi informato a sufficienza sui canoni basilari, anzi imprescindibili, del mio, del nostro travestimento. Le direttive le avete tutte, sbirrazzarritevi e travestiteci al peggio delle vostre demenzialità!

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